La piadina romagnola

 

La Piadina Romagnola (in gergo piada) è uno dei simboli delle terre di Romagna, e non solo perché ormai è un prodotto di culto del territorio, ma perché la sua storia ed il modo in cui viene realizzata la identificano inequivocabilmente con la zona di provenienza.

La storia

Nata nella notte dei tempi (chi la vuole etrusca, rifacendosi alle pagnotte di cereali che costituivano il cibo d’uso quotidiano di quella civiltà, chi la fa risalire al periodo romano quando, grazie all’impasto azzimo che si conservava a lungo, veniva stivata sulle navi dai marinai dell’antica Roma stanziati lungo i litorali romagnoli), viene ancora oggi realizzata impastando farina di grano tenero, acqua, sale e grassi animali e quindi cotta col calore del “testo” messo direttamente su fuoco.

I pochi e semplici ingredienti necessari sono espressione piena dei nostri territori

Ricordandoci i tempi in cui la fame doveva essere tenuta a bada da un pane meno digeribile – e quindi più saziante – di quello lievitato e cotto nel forno, la Piadina Romagnola è evocatrice dei campi di frumento delle nostre campagne, delle saline dei nostri litorali, ma anche di antichi borghi dove la sapienza dei terracottai, che sfruttavano le risorse naturali del territorio raccogliendo l’argilla direttamente dalle vene vicine, forniva (e fornisce ancora oggi)  il testo, strumento indispensabile alla sua cottura.

E’ un piacere e un dovere quindi “apparentare” le nostre iniziative ad un cibo tanto denso di significato, celebrando così anche il suo riconoscimento, avvenuto proprio quest’anno, come prodotto IGP.

…Maria, nel fiore infondi l’acqua e poni il sale; dono di te, Dio; 
ma pensa! l’uomo mi vende ciò che tu ci doni.
Tu n’empi i mari, e l’uomo lo dispensa nella bilancia tremula:
le ande tu ne condisci, e manca sulla mensa.
Ma tu, Maria, con le tue mani blande domi la pasta e poi l’allarghi e spiani;
ed ecco è liscia come un foglio, e grande come la luna;
e sulle aperte mani tu me l’arrechi,
e me l’adagi molle sul testo caldo, e quindi t’allontani.
Io, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto,
fin che stride invasa dal calor mite, e si rigonfia in bolle:
e l’odore del pane empie la casa………

da “La Piada” di Giovanni Pascoli