Paesaggio: “parola magica” che richiama il bello, la natura, l’ecologia, comportamenti etici. Realtà già trascorsa, ma al tempo stesso in divenire. Espressione della società, e non semplicemente parte di un tutto. Paesaggio come desiderio: “ogni volta che si afferma un desiderio, c’è un atto di nascita”.
…Il paesaggio é in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni nelle area urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come un quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana… (dal preambolo della Convenzione Europea del Paesaggio)
Quattro giorni di eventi, convegni, proiezioni, conversazioni e mostre all’insegna del Paesaggio, dell’Ambiente del Territorio, del Verde e della sostenibilità Urbana, con allestimenti mobili in centro storico di Rimini e Fiera di Rimini. Momenti conoscitivi e d’incontro con i prodotti del territorio, degustazioni, specialità…il tutto finalizzato alla conoscenza degli elementi caratteristici culturali del contesto riminese.
La Piadina Romagnola, simbolo della manifestazione, verrà distribuita gratuitamente grazie al Consorzio Piadina Romagnola, per festeggiare il suo riconoscimento come IGP.
Paesaggio come cultura e tradizione
L’approccio di queste giornate-evento rappresenta quindi un modus operandi specifico: trattare il “sistema paesaggio” non solo come un insieme di una serie di discipline, diverse ed a volte distanti, ma anche come espressione delle relazioni che caratterizzano il territorio.
Paesaggio come sintesi
Il paesaggio rappresenta la sintesi e la convergenza di una serie di discipline e teorie che ne sottolineano il carattere “multiforme, multifunzionale e multidimensionale”. Inizialmente espressione di una percezione soggettiva che ne sottolineava l’aspetto estetico ed emozionale, è stato via via tradotto in opere artistiche, studiato come massima sintesi culturale, storica e antropologica e analizzato, soprattutto a garanzia della sua tutela e conservazione, nei suoi aspetti geografici, morfologici e naturalistici. Il paesaggio quindi oggi rappresenta una categoria concettuale che comprende aspetti estetici, culturali ed ecologici, specchio della civiltà e della storia dell’uomo.
Un prezioso patrimonio sempre più spesso in pericolo, che certamente presenta una serie di contraddizioni, anche inquietanti, Ogni parte del mondo racchiude luoghi e monumenti stupefacenti, gioielli che brillano nel loro splendore. Ma è sufficiente una chiave di lettura ribaltata, un angolo di visuale diverso per confrontarci con i risultati poco esaltanti delle nostre abitudini non virtuose, della nostra organizzazione sociale, della nostra violenza. Processi di degrado e di dissoluzione del paesaggio sembrano lanciare “l’addio alla natura”, ma contemporaneamente ci stimolano ad affrontare il tema con un rinnovato impegno verso nuove dimensioni di partecipazione tese ad una politica globale. Ripartire dalle contraddizioni interne al paesaggio significa, quindi, rilanciare i desideri collettivi e condividerli fino al punto da farli diventare comportamenti virtuoso.
Paesaggio come segno
Il paesaggio visibile si traduce quindi in un sistema di segni in grado di evocare con immediatezza le matrici culturali ed i saperi che li hanno prodotti. Ogni contesto paesaggistico rappresenta quindi un insieme di esperienze (antropologiche, economiche, sociali ecc.) in cui la popolazione di riferimento si riconosce e il fruitore esterno ne percepisce il valore identitario. Tutto ciò avviene anche in contesti più piccoli (paesini e zone limitrofe) in cui è presente comunque un contesto culturale ben definito e caratterizzante. Ogni territorio può così riconoscersi ed esprimere un’identità culturale forte grazie ad impianti urbani storici, panorami di stampo agricolo che richiamano produzioni alimentari tipiche (vino, frutta, industria agroalimentare), sistemi collinari o costieri, ecc.
Paesaggio come volano per l’economia
Il paesaggio è un bene comune che, proponendosi come risultato di culture, storie, competenze, saperi dell’uomo, reca in sé un insieme di possibilità utili a rilanciare l’economia. Tuttavia, per far si che questo avvenga, la sua conservazione ed il suo restauro sono punti di partenza necessari.
Agricoltura
La varietà delle colture consente di superare l’appiattimento del paesaggio. Soprattutto in aree collinari, ma non solo, il prevalere di zone incolte e di boschi dimessi rende l’area inefficiente ed antiestetica. Bisogna, quindi, intervenire urgentemente per superare questo contrasto nelle zone urbane di frangia, tra il tessuto edificato e quello coltivato. Il ripristino di modi colturali sostenibili, la valorizzazione di prodotti agricoli autoctoni significa saper sfruttare i punti di riferimento territoriali fondamentali per il restauro del paesaggio.
Turismo
Il contesto paesaggistico è fondamentale come richiamo turistico sia in contesti urbani che naturalistici. Infatti, oltre all’immenso potere di attrazione del territorio dal punto di vista geografico, esistono anche tutte quelle peculiarità dell’evoluzione storica, sociologica e culturale di una popolazione che devono essere ugualmente valorizzate e contestualizzate.
Salute
Il traffico e la mobilità non controllati o controllati in maniera non corretta, l’uso di fonti di energia non alternative, la dislocazione impropria di industrie pesanti…tutto ciò costituisce un pericolo per la salute dei cittadini. Un paesaggio ben curato contribuisce a migliorare la salute fisica e mentale di chi lo vive.
Aree dimesse e degradate
Uno dei problemi fondamentali del degrado paesaggistico è la presenza, sia nei contesti urbani che nelle zone agricole o naturali, di aree degradate. Insediamenti industriali di fondovalle, edifici dimessi, zone incolte, piazze che invece di essere centri di aggregazione sono solo rotonde spartitraffico…tutto ciò non solo rappresenta un vero e proprio sfregio al paesaggio, ma costituisce anche un disvalore sociale ed economico. Interventi di micro e macro rigenerazione, progettati e sviluppati in sinergia con le categorie istituzionali, sociali ed economiche, possono rappresentare il giusto stimolo anche ad una ripresa economica. Alcuni esempi: facilitazione delle vie di accesso alla città attraverso i sottopassi, creazione di centri commerciali naturali (vie a carattere commerciale inserite nel centro storico), orti nelle aree dismesse dei centri urbani…sono tutte operazioni che comporterebbero una spesa minima e dei risultati enormi ed immediati.
Convegni
Guardando oltre la prospettiva della sostenibilità ecologico-ambientale, il presupposto indicato dai relatori e dai consulenti che si riuniranno, sarà quello di fornire un’analisi globale e multisfacettata, dove nessuna componente, economica o culturale, storica, naturalistica o pianificatoria, artistica od ecologica, prevarrà sull’altra. Tramite un approccio interdisciplinare, sarà possibile delineare ed analizzare un sistema complesso, il “Sistema Paesaggio” appunto, per produrre nuovi stimoli verso un territorio dove ogni azione deve sempre e comunque essere improntata alla sostenibilità sociale a tutela delle generazioni future e nel rispetto di quelle passate.
E se è l’intervento dell’uomo che genera o determina gli equilibri degli assetti territoriali, siano essi di estrazione naturale, funzionale o produttiva, sarà doveroso anche riconoscere il “Genius Loci” nelle capacità imprenditoriali della gestione degli ambienti, nella tessitura delle trame dei paesaggi, così come nella produzione di beni che si identificano col territorio di provenienza. Si può quindi a buon ragione affermare che il paesaggio è chiara espressione e derivazione di scelte economiche, politiche, gestionali e di governance che riguardano il territorio (anche la valorizzazione degli aspetti più naturalistici e selvaggi o la protezione ambientale denunciano una precisa volontà politica), e, tanto quanto i prodotti identitari frutto delle azioni antropiche, (non importa se siano essi naturali, manifatturieri o culturali), ne rappresenta un risultato unico e preciso, in cui identificarsi. Diventa quindi importante precisare e valorizzare il rapporto tra economia e paesaggio, stimolando le risorse presenti sul territorio, attraverso pratiche gestionali che coniughino lo sviluppo e la protezione di espressioni identitarie come prodotti simbolo (la piadina) e i loro paesaggi di riferimento.